"fioritela di gigli...." U. Foscolo

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Per la nostra venerata Gemma che fu e che è GIGLIO PURISSIMO

SANTUARIO VIRTUALE DI PREGHIERA A S. GEMMA GALGANI..... LASCIA QUI' LA TUA PREGHIERA

Il gruppo dei fedeli di S. Gemma preghera' con te e per te.
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SANTA GEMMA GALGANI MEMORIA LITURGICA 16 MAGGIO

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LA MADONNA LITTA

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San Gabriele dell'Addolorata

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S. GEMMA : UNA PERSONA CARA

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prega per me Gesù a Te non dirà di no Pensaci tu Gemma risolvi questo groviglio e prega per me la Madonna . Ti voglio tanto bene

San Pio grande devoto di Gemma stigmatizzato e giovanissimo

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LA MANTELLINA DI GEMMA : L'UMILTA' DELLA PIU' GRANDE SANTA DEL XX SECOLO

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SANTA GEMMA ORMAI SEGNATA DALLA MALATTIA CON LA PICCOLA ELENA GIANNINI

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CAMICIA DELLA SANTA MACCHIATA DI SANGUE

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DIARIO DI GEMMA RUBATOLE DAL DEMONIO E RIOTTENUTO DOPO VARI ESORCISMI ANNERITO DA BRUCIATURE

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GEMMA IN PREGHIERA

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s. GEMMA IN ESTASI FOTO ORIGINALE

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PADRE GERMANO RUOPPOLO

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PADRE SPIRITUALE DI GEMMA

SANTA GEMMA RICEVE LE STIGMATE

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Santa gemma

La figlia della passione

LIBRI SU S. GEMMA GALGANI

  • La povera Gemma di Padre Enrico Zoffoli
  • MEDITIAMO 15 GIORNI con GEMMA GALGANI di Tito Paolo Zecca
  • NELLA COMUNIONE DEI SANTI Santa Gemma Galgani e San Pio da Pietrelcina
  • GEMMA GALGANI Lettere e scritti personali e lettere a lei o in riferimento a lei San Gabriele edizioni
  • SANTA GEMMA GALGANI di Antonio Calabrese
  • Mistica e personalità in Gemma Galgani
  • Mistica, salvezza e redenzione nell'esperienza di Gemma Galgani
  • GEMMA GALGANI ritratto di una "espropriata"

venerdì 12 novembre 2010

ALCUNI MIRACOLI DI SANTA GEMMA




Dalla Biografia

di
Suor Gesualda Saldi


Gemma è ben alta nel cielo. Dio si degnò di rendere subito palese agli uomini il potere che le accordava sul suo cuore. Pare che la sua grazia speciale sia quella di ottenere la conversione dei peccatori; lo fu in vita, e lo è ora in Paradiso.
Nell'agosto del 1911, due Passionisti della Repubblica Argentina si erano recati a Yu Yuy (diocesi di Salta) per una missione, visitando anche gli infermi dell'ospedale di san Rocco, ove si trovavano come infermiere le suore italiane, dette della Madonna dell'Orto.
Tra quei poveretti, v'era un veneziano di nascita. In fin di vita, ostinatamente rifiutava ancora i sacramenti. L’uno dopo l'altro i due missionari si accostarono al suo letto, cercando di convincerlo a riconciliarsi con Dio; ma inutilmente. Egli rideva e si burlava delle loro parole. Disse che aveva ricevuto la prima comunione dalle mani di Pio X, allora semplice sacerdote; ma a quindici anni aveva perduto la fede, né aveva voluto più saperne di religione e, quindi, lo lasciassero in pace.
I missionari si ritirarono addolorati, quando a uno di essi balenò un'ispirazione. Avendo con sé una reliquia di Gemma, la portò alla superiora, pregandola di metterla nascostamente sotto il capezzale dell'infermo; frattanto, egli pregava. Così fu fatto. Non era neppur passato un quarto d'ora e l'infermo, spontaneamente, senza che nessuno rinnovasse il tentativo, chiamò una suora e le disse di condurgli subito il tal missionario (il proprietario, cioè, della reliquia) volendo confessarsi. Quegli accorre. Non solo il miscredente si confessa con vivi sentimenti di dolore, ma, per riparare agli scandali dati con le sue parole, vuole che gli si rechi il santo viatico in forma solenne. Nell'ospedale, tutti piangono di commozione. Due giorni dopo, spira sereno nel bacio di Dio.
Da Lione (Francia) il 20 dicembre 1911 la signora Filomena Bonnaband, infermiera di professione, scrive che, chiamata ad assistere un certo signore, rimase stupita nel vedere appeso in capo al letto un cartellone con, queste parole scritte a caratteri cubitali: Non voglio preti al mio capezzale. All'infermiera dispiaceva dover assistere gli estremi momenti di un' anima che rifiutava i conforti religiosi. Che fare? Ritirarsi? Si consigliò col suo confessore che le disse di rimanere, e, dandole un'immagine di Gemma Galgani, le ordinò di metterla nella camera dell'infermo, in modo, però, che nessuno la vedesse. L’infermiera nascose l'immagine dietro un quadro, e pregò di cuore la cara Gemma ad intercedere presso la santa Vergine per ottenere il miracolo della conversione di quell'anima.
Due giorni dopo, senza esservi spinto da alcuno, l'infermo volle il sacerdote, ricevette i sacramenti con vero sentimento, e morì cinque giorni dopo con sensi di vera pietà.
Questi esempi sono innumerevoli.
Un altro magnifico miracolo d'ordine spirituale è il seguente.
Nel 1907, si trovava gravemente infermo nell'ospedale di Lucca un disgraziato, non solo gran peccatore, ma incredulo notissimo e veramente avverso alla religione.
Tanto le suore dell'ospedale quanto i Cappuccini tentarono ogni via per muoverne il cuore, ma inutilmente; e dovettero cessare per evitare scandali. Non sapevano però rassegnarsi all'idea che quell'anima dovesse andare perduta, quando a uno di essi balenò il pensiero di chiamare il parroco dell'infermo. Questi era un degnissimo sacerdote, monsignor Benassini.
I testimoni delle scene brutali accadute contro i Cappuccini e le Figlie della carità volevano distoglierlo dall 'accostarsi al suo letto. Egli non si dette per vinto; si accostò e parlò chiaro: «Io a questi spauracchi non ho mai creduto» diceva turbato e invelenito quel ribaldo, «e questo Cristo di cui sento parlare non so chi sia. Che anima, che Paradiso, che inferno!? Mi lascino in pace, e nessuno venga a darmi noia con questi ridicoli propositi». E così dicendo, fece atto di sputare in faccia al ministro di Dio. Questi si ritirò sconfortato. Giunto a casa gli cadde sott'occhio la vita di Gemma, incominciata a leggere da poco. Quella vista rianimò la sua speranza. Egli si pose in ginocchio invocando con lacrime la serva di Dio.
Chiamato poi il suo cappellano, gli ordinò di andare all'ospedale con una conoscente dell'infermo. Erano circa le 11 di sera. Fu difficilissimo ottenere il permesso di entrare a quell'ora. Ad ogni modo, si ottenne. Entrò solo la donna; il sacerdote rimase fuori in attesa. In casa sua monsignor Benassini ardentemente pregava.
Veder la donna, chiederle di chiamargli in fretta un sacerdote fu una cosa sola per quell'infelice. La sua confessione fu accompagnata dai sentimenti del più vivo dolore. Il sacerdote, commosso fino alle lacrime, alzò la mano tremante per assolverlo e ridonarlo a Cristo, poi corse a prendere il viatico e l'olio santo. Appena ricevuti questi due sacramenti quel poveretto entrò in agonia, e verso le quattro della mattina placidamente spirò.
A questo racconto, il papa Pio X profondamente si commosse, dichiarando che egli pure si sarebbe valso del patrocinio della serva di Dio per simili grazie.
Sebbene la speciale prerogativa di Gemma sia quella di convertire i peccatori, pure anche le grazie temporali ottenute per sua intercessione sono numerose.
Padre Lord d.C.d.G. scrive dal Québec (Canada) il 5 luglio 1914: «La serafica vergine di Lucca opera meraviglie in Canada. Tutti coloro che si rivolgono a lei, o sono guariti, o sollevati, o almeno consolati. Io vi mando la relazione di una guarigione che ho scelto di preferenza, perché istantanea, e il graziato, essendo un fanciullo di tre anni e mezzo, non ha potuto essere suggestionato né fare uno sforzo qualunque coll'immaginazione.
«Un fanciullo di nome Alfonso Pauliot era epilettico fin dalla nascita. Soffriva inoltre di una affezione bronchiale ribelle a tutti i medicamenti: tossiva, e la sua respirazione era accompagnata da un continuo rantolo.
«La madre del fanciullo, avendo inteso parlare di Gemma, si procurò una reliquia e fece una novena, senza però ottenere alcun miglioramento. Il venerdì santo, dell'anno scorso, 1913, il fanciullo fu preso da un più forte attacco di epilessia. La madre, in un momento di fede viva, ma di quella fede accompagnata da una certezza morale che un miracolo si ha da ottenere, mette un 'immagine di Gemma sul petto del bambino dicendo: "No, tu non cadrai più!".
Nel medesimo istante, le membra irrigidite dagli spasimi epilettici riprendono la loro flessibilità. Il fanciullo apre gli occhi e sorride a sua madre. Da quel momento, non più un benché minimo sintomo di epilessia, non più qualsiasi affezione morbosa. Egli sta benissimo. È anche da notare che il fanciullo, allora in età di tre anni e mezzo, aveva degli attacchi di epilessia pressoché tutti i giorni, e non una, ma sei, sette, e fino a quindici volte al giorno. Questo è certamente un miracolo di prim'ordine».
Nel 1913, la signora Olga Bargelli tornava da Colle Cigliano a Pisa, desolatissima per avere lasciato il marito in una casa di salute, pazzo furioso, ed essere stata assicurata dai medici che non sarebbe guarito perché affetto da paralisi progressiva.
Un sacerdote, che nel vagone le sedeva di fronte, l'interrogò sul suo dolore. Glielo disse, ed egli replicò: «Perché non si rivolge anche lei a Gemma Galgani che è la santa di Lucca e fa tanti miracoli?». E gliene raccontò uno ottenuto da una giovinetta sua parrocchiana.
La signora Bargelli fece di tutto per procurarsi una reliquia di Gemma; ma non sapendo come applicarla al marito che, essendo pazzo furioso, tutto strappava, la cucì tra due pezzetti di cambrì bianco e la nascose sotto la fodera della giacchetta. Questa giacchetta la portò poi a San Salvi, dove era stato trasferito l'infermo, perché, peggiorato moltissimo, quasi più non si reggeva in piedi.
Non glielo facevano vedere che da lontano, quando era in giardino, e da un'alta finestra con la rete. Era tutto curvo cadente, camminava a stento, sostenuto sotto le ascelle da due infermieri e commetteva mille stranezze; trattava tutti male, non riconosceva nessuno. Giunse poi a un punto che non glielo facevano vedere neppur più dalla finestra, tanto era furioso.
La poverina insisteva che gli mettessero la giacchetta; il capo infermiere ne rideva, non sapendo la ragione di tale insistenza, e ripeteva che l'infermo sarebbe morto tra breve.
Finalmente, due giorni dopo, la contentarono: gli misero la giacchetta, e, tornata lei a vedere l'infermo, l'infermiere le disse: «Vuol vedere suo marito? Parli col primario, perché suo marito è guarito». «A che ora viene il primario?». «Alle nove». Lo attese, chiese il permesso, e subito l'ottenne. Le condussero il marito in una sala d'udienza. Stava benissimo e disse: «Ma perché mi avete messo qui? Non sapete che mi avete rovinato? Se fosse stato vivo il mio papà, non mi avrebbe messo qui». (E disse ciò perché, essendo farmacista, avrebbe perduto la professione). «Fammi uscire il più presto possibile: fa' preparare i documenti che occorrono». Invece non ci volle nulla.
Dopo pochi giorni, l'infermo tornò a casa perfettamente guarito anche di altri precedenti incomodi.
Altri miracoli si succederanno a confermare la santità di questo fiore della passione, finché davanti al mondo avrà la suprema glorificazione sugli altari. E questa glorificazione venne fatta il 2 maggio 1940 da Pio XII che ne fissava la festa all'11 aprile. A Lucca si celebra il 14 maggio.
La sua vita è tutta un poema di amore e dolore nel crocifisso, dando agli uomini un esempio di come possa un' anima patire le pene di Cristo perché altri lo ritrovino nella rinuncia a se stessi, nella perfetta obbedienza e nella totale dedizione alla sua volontà.

domenica 19 settembre 2010

GEMMA STACCI VICINO!





Santa Gemma prega per noi ! Proteggici ! Noi ti vogliamo bene, siamo commossi dalla tua fortezza nel sopportare ogni miseria nel breve arco della tua vita! Gemma di Dio donaci un pizzico della tua bonta' , serenita' ....Gemma: insegnaci!
Tu hai ancora tanto da donarci, la nostra preghiera giunga a Te , Gemma di Dio e possa tu intercedere per tutte le nostre povere anime......
Grazie Santa Gemma, nostra amica e sorella...grazie, anche se indegnamente ci rivolgiamo a Te,
così pura e buona!
Gemma, ci fai dimenticare il mondo pieno di tenebra e ci avvicini al FULGORE di DIO.

mercoledì 1 settembre 2010

Parere del Beato Ildefonso Shuster sulla santita' di Santa Gemma Galgani







Voto, su richiesta di Pio XI, del P. Ildefonso Schuster, 0. S. B., Abate Ordinario di S. Paolo fuori le Mura, poi cardinale arcivescovo di Milano (ora Beato)

E.mo Principe,

il Rev.mo ed Ill.mo Promotore della Fede mi propone alcuni quesiti in ordine alle virtù eroiche della Serva di Dio Gemma Galgani. Procurerò di rispondere innanzi a Dio, secondo che mi detta l'informazione che ho di tutto il complesso dei suoi processi, e la stessa mia coscienza.

I. Nei fatti straordinari che si verificarono in Gemma Galgani, ci poté essere da parte di lei qualche illusione?

I fatti straordinari ai quali si allude, sono principalmente le sue estasi e, generalmente, il suo frequente commercio col mondo invisibile degli spiriti, nonché la sua partecipazione fisica alle pene della Passione di Gesù Cristo.
Osservo quanto all'uno ed all'altro capo, che la vita di Gemma non offre nulla di nuovo che già non si riscontri in molte altre vite di Santi.
È noto il commercio di Santa Francesca Romana coi suoi angeli, che ella vedeva e trattava domesticamente. È noto, che anche san Camillo de Lellis si servì del ministero angelico per recapitare una lettera. È parimenti noto, che Dio ammise molti santi, tra cui san Francesco, Santa Caterina da Siena, la beata Ida da Lovanio ecc., alla partecipazione sensibile e corporea delle pene della passione del Signore.
Quindi, i fatti straordinari attribuiti a Gemma Galgani, per sè non contengono nulla d'inverosimile, né ripugnano alla dottrina ed alla tradizione agiografica della Chiesa Cattolica. S'impone invece la que stione, se tali fatti sono storicamente dimostrati, ed inoltre, se in essi ci poté essere da parte di Gemma Galgani qualche illusione. Assai saggiamente, nei processi dei Santi la legge stabilita da Benedetto XIII a proposito di santa Caterina de' Ricci e d'una visione da lei avuta a riguardo del Savonarola, prescinde da simili visioni, ed attende formalmente alle virtù eroiche di colui che viene proposto per gli onori degli altari. Come insegna infatti quel Pontefice, la Chiesa non canonizza le visioni, ma le virtù dei suoi Santi.
La ragione poi perché la Chiesa non intende formulare un giudizio diretto e formale sulle visioni ed i fatti attribuiti ai Servi di Dio, va ricercata nella considerazione che, trattandosi, nel caso, di rivelazioni private, non destinate quindi all'intiera Chiesa, molte volte ci mancano gli elementi necessari per poter giudicare dell'origine, dei limiti e della fedeltà obiettive con cui ci vengono riferite simili visioni dei Santi.
Nelle rivelazioni di santa Brigitta sulla Passione, quante discordanze si riscontrano dalle rivelazioni di santa Gertrude, santa Metilde, santa Francesca Romana ecc. Come spiegare tali discordanze? Coll'osservare, che forse le relazioni a noi giunte non siano sempre esatte, e che queste stesse anime estatiche non abbiano potuto sempre sceverare nelle loro meditazioni, quanto era diretto frutto dell'illuminazione carismatica, da quello che era il risultato della loro intelligenza. È occorso talora agli stessi Profeti, di parlare a nome del Signore, mentre poi Dio, corregendo le loro enunciazioni, ha dimostrato che avevano parlato secondo lo spirito proprio.
Siccome tuttavia lo studio diligente per la discrezione degli spiriti, rientra a parte della prudenza, virtù cardinale, si richiede perciò che colui che viene proposto per gli onori degli altari, abbia usato almeno ogni cautela e diligenza per non andar soggetto ad illusioni in fatto di doni carismatici.
Quali sono queste cautele e diligenze?
Gli autori generalmente le riducono alle seguenti:
a) Non desiderare inordinatamente tali doni.
b) Diffidare del proprio spirito, e sottoporre i doni al controllo del Direttore Spirituale.
c) Umiliarsi ancor più, massime sotto la responsabilità di simili grazie straordinarie.
d) Nell'accettazione e nell'uso di tali doni, dipendere interamente dalla Santa Ubbidienza.
e) Avvertire che simili illustrazioni s'accordino interamente colla dottrina cattolica.
f) Non attaccare l'animo a tali doni, ma servirsene siccome di mezzo per aumentare nelle cognizioni del proprio nulla.
Adoperando siffatti criteri e cautele, non è del tutto escluso che l'anima possa talora scambiare per lume divino quanto è semplice effetto al proprio spirito, come forse accadde a Paolo quando annunciò al presbiterio di Mileto che non l'avrebbero più riveduto vivo ma le illusioni si rendono massimamente improbabili, ed in ogni caso, non possono più considerarsi siccome volontarie ed imputabili all'anima che ha fatto del tutto per non venire ingannata.
È ora questa la condizione di Gemma Galgani? Vediamo.
La Galgani, siccome dimostrano i suoi processi, non volle, né amò i suoi doni carismatici. Li sottopo se sempre, ciecamente, interamente al giudizio dei suoi direttori spirituali, li nascose quanto poté, diffidò sempre del proprio spirito, approfondì vieppiù nell'umile cognizione del proprio nulla, e senza trovar riposo, né gusto nei superni carismi, se ne servì per dispregiare se medesima e le cose create, ed unirsi a Dio bene increato. Tanto attestano il Teologo censore degli Scritti della Serva di Dio ed i suoi stessi Direttori Spirituali.
Al primo quesito, adunque, se per colpa di Gemma Galgani essa poté dar luogo ad illusione, rispondo semplicemente: negative.

II. Nel caso che ci fosse stata qualche illusione può dirsi che questa coinvolge tutti, o la maggior pqrte degli atti della sua vita, in modo da infirmare la eroicità delle sue virtù?

Se le regole della Teologia mistica e la tradizione della Chiesa non soffrono inganno, bisogna pur convenire che Gemma Galgani venne, a dir così, immunizzata contro le illusioni, dalla stessa fedeltà colla quale, sotto la saggia guida dei suoi Direttori Spirituali, adoperò le regole e i criteri che si assegnano per il discernimento degli spiriti. Gemma Galgani pertanto, non poté essere un'illusa.
Ma, facciamo pure la supposizione che talora, per debolezza di natura, possa essere andata soggetta ad illusione, può dirsi che questa coinvolga tutta la sua vita, in modo da infirmare la eroicità delle sue virtù? Osservo, che i Direttori Spirituali della Galgani, e particolarmente Mons. Volpi, nel guidarla, prescindettero interamente dai suoi doni carismatici, verso i quali si mostrarono anzi diffidenti ed austeri.
Sotto la loro guida, la Serva di Dio si consacrò alla pratica eroica delle virtù teologali e cardinali, senza che vi abbiano parte i fatti e le rivelazioni, delle quali anzi i detti Direttori saggiamente astraevano. Fu dietro loro ordine, che la Gemma dové implorare dal Signore l'occultamento delle stigmate, l'arresto dei sudori di sangue ecc. Quanto poco la vita perfettissima della Galgani dipendesse dai suoi ratti e doni gratis dati, lo si argomenti, oltre che dalla sua continua, perfetta e specifica ubbidienza universale ai propri Direttori spirituali, anche dalla diffidenza profonda che nutriva per i propri lumi, come, tra l'altro, lo si deduce da questo brano di lettera al suo Confessore: «Le mie cose non vengono da Dio, ma il tutto viene dal diavolo come gli aveva detto una tal religiosa che ella nomina ; preghi Gesù, lume, lume, babbo mio. È tutto falsa devozione, me ne avvedo troppo bene; è tutto ipocrisia» Positio super revisione Scriptorum, pag. 32 .
Perciò, dato pure che in tutto il complesso dei doni carismatici attribuiti alla Galgani, siasi potuta insinuare talora, senza sua colpa, qualche illusione, né questa poté essere tale da coinvolgere tutta la sua vita, diretta minutamente dall'ubbidienza ai suoi direttori, né poté in alcun modo infirmare l'eroicità delle sue virtù, già dimostrate nei processi con prove dirette et per se stantibus.

III. Come si diportò la Serva di Dio di fronte ai fatti straordinari, qualunque sia stata la loro origine e natura?

Oltre ai criteri di prudenza più sopra ricordati, ad un vivo senso del bisogno in cui era di direzione spirituale, Gemma Galgani di fronte a tali fatti straodinari s'inabissò sempre più nel dispregio di se medesima, trasecolando che Dio si degnasse di porre le mani in un siffatto «letamaio». La sua umiltà la porta a forme affatto iperboliche, come quando desidera che i suoi direttori spirituali le recidano il capo. Se è vero che l'albero si conosce massimamente dai frutti, conviene ritenere autentici anche i fatti straordinari della Serva di Dio, perché di essi la Galgani si servì come di mezzi per offrire al Signore l'olocausto della sua ubbidienza, dell'umiltà sua, dell'odio che aveva a proprio riguardo. In tutta la vita e nei Processi della Serva di Dio, non si verifica mai che i fatti ed illustrazioni della Gemma non siano connessi coll'esercizio delle più eroiche virtù. Lungi dal blandire la corrotta natura, tali carismi contribuirono a martorizzare l'Angelica Fanciulla, consacrando quasi la sposa dello Sposo Crocifisso. Al contrario, la pseudomistica, presto o tardi porta alla natura corrotta; anzi, quasi sempre, al senso. Gemma invece fu umile, soprattutto umile; anzi, fu più umile, soprattutto pei suoi doni carismatici, tanto da attribuirli al demonio e da ritenersi cattiva. Quindi, non poté essere ingannata, e scansò perciò le varie e fini arti del demonio che tentava di trarla in errore ed in peccato.

IV. Non si può prevedere il pericolo che, approvando le virtù della Galgani, si possa ritenere dal pubblico, che anche i doni straordinari siano in certo qual modo approvati?

Il pericolo è comune a molti altri santi insigniti di tali doni, quali la beata Angela da Foligno, santa Birgitta, santa Gertrude ecc., le cui estasi e rivelazioni vanno per le mani dei fedeli anche con l'approvazione ecclesiastica, e vengono lette con frutto ed edificazione. L'insegnamento tuttavia della Chiesa a proposito di tali doni è esplicito, né ignoto ai fedeli. L'approvazione ecclesiastica concessa alle rivelazioni di santa Gertrude o di santa Birgitta, non garantisce minimamente l'oggettiva verità di quei racconti, ma dichiara semplicemente, che in quegli scritti non è stato ritrovato nulla che sia alieno all'insegnamento della Chiesa Cattolica. Quest'identica dichiarazione è stata emessa dal censore che, a nome della S. Congregazione, ha esaminato i vari scritti di Gemma Galgani. L'E.mo già Cardinale Billot diceva un giorno, che anche tra le rivelazioni di santa Margherita Alacoque ve ne aveva taluna erronea e falsa. Eppure, la santità dell'Alacoque è stata canonizzata, siccome quella che aveva per base le sue virtù, e non i suoi veri o supposti doni carismatici. Siccome pure la Chiesa nel proporre ai fedeli la devozione al Cuore Sacratissimo di Gesù ha fondato la sua dottrina su basi teologiche ben diversamente solide, di quello che potessero esserlo le rivelazioni di santa Margherita. Come tutte codeste rivelazioni non escono dalla cerchia delle rivelazioni private, ordinate cioè «per sé» alla fede ed alla santificazione di colui che le riceve, così anche dopo la beatificazione della Galgani, si direbbe semplicemente che la Chiesa, nel fatto di codesti doni carismatici, non v'ha scoperto nulla di colposo e nella dottrina che contengono, nulla che volutamente si discosti dall'insegnamento Cattolico. Non si potrebbe, né si dovrebbe dire di più.

V. E non verrebbe con quella approvazione compromessa l'autorità della Chiesa, qualora l'origine e l'indole di quei fatti fosse sospetta?

Il sospetto può cadere sull'oggettività del dono carismatico, o sul modo di diportarsi della Serva di Dio in ordine ad esso.
Quanto al primo quesito di Gemma Galgani, meglio che risolverlo essa stessa era in dovere di sottoporlo sinceramente e di farlo risolvere dai suoi direttori spirituali, siccome essa fece costantemente. Sicché, dato che ci fosse stato inganno o illusione diabolica, di questa sarebbero stati vittima, non già l'umile Vergine lucchese, ma i suoi Direttori; cosa che è massimamente improbabile, attesa la loro prudenza, esperienza di teologia mistica e sommo riserbo che adoperarono.
Se invece il dubbio verge sul modo col quale la Serva di Dio si comportò in ordine a tali doni carismatici, osservo che codesto dubbio è stato escluso da quello che abbiamo osservato dianzi. Non è dubbio, ma certo è dimostrato giuridicamente dai processi, che la santità di Gemma Galgani non ebbe per origine o motivo le sue estasi o rivelazioni, alle quali essa non prestò che troppo scarsa fede, ma s'appoggiò sulle solide basi dell'ubbidienza, dell'umiltà, della mortificazione.
L'approvazione data dalla Chiesa alle virtù eroiche della Serva di Dio, non comprometterebbe quindi punto l'autorità della Sede Apostolica, qualora potesse dimostrarsi sospetta l'origine e l'indole dei fatti carismatici di cui fu adorna; perché il giudizio della Chiesa verge direttamente sulle virtù eroiche, ben stabilite e dimostrate giuridicamente, ed astrae, come dalle visioni d'origine soprannaturale, così ancora dalle possibili debolezze psichiche, a cui anche un santo può andar soggetto senza sua colpa.
Ad esempio del divin Redentore che dal diavolo venne condotto al pinnacolo del tempio, e prima ancora, con una visione panoramica irreale, aveva visto tutti i regni del mondo, colla loro gloria, anche i Santi poterono, senza alcuna loro colpa, subire esteriormente l'influenza del padre della menzogna. L'agiografia è piena di esempi, e basterà citare quello di san Benedetto che col segno della Croce dissipò l'illusione fantastica dell'incendio della cucina, che il diavolo aveva prodotto tra i suoi monaci.
Si sa che la Vergine sant'Eustochio fu ossessa durante tutta la sua vita, ed è parimenti noto, che parecchie profezie di santi, per es. San Pier Damiani, Santa Birgitta ecc. non si verificarono punto. Quindi, anche nel caso massimamente improbabile che potesse dimostrarsi sospetta l'origine o l'indole dei fatti carismatici di Gemma Galgani, l'autorità della Chiesa non correrebbe alcun pericolo perché in tal caso anzi rifulgerebbe di più la santità eroica della Vergine Lucchese. Si direbbe allora che Gemma, nonostante un temperamento eventualmente isterico, di cui il demonio cercava di approfittare per trarla in inganno, per mezzo dell'ubbidienza e dell'umiltà ha confuso Satana, ha superato l'infermità del corpo e la debolezza del sesso, dando prove ancor più mirabili di virtù cristiana, che sole e non già codeste tentazioni ha inteso di approvare la Chiesa con la di lei beatificazione.
Del resto, la supposizione dell'origine poco legittima delle rivelazioni e dei doni carismatici di Gemma Galgani, a quello che insegna la teologia mistica, cade, quando si rifletta all'ubbidienza della Serva di Dio ed alla saggezza dei suoi direttori spirituali. Se nella condotta della Vergine Lucchese dovesse riconoscersi errore o colpa, queste ricadrebbero non solo sui suoi Direttori, ma sulla stessa dottrina degli autori mistici, giusta la quale Gemma regolò fedelmente la sua condotta sotto il continuo controllo dei suoi superiori. In tal caso si potrebbe facilmente dire: «Domine, si error est, a Te decepti sumus». Ma non può esservi errore dove è vera ubbidienza e umiltà, secondo che insegnano i Santi.

Un ultimo quesito. La Serva di Dio non fu ella un'isterica?

Premetto, che simile accusa, con grande apparato scientifico, venne mossa anche sul conto di santa Teresa d'Avila, di santa Teresa del Bambino Gesù ecc.
Di più, essendo l'isterismo una malattia che, seppure attenua, non toglie tuttavia il libero giudizio dell'intelletto e della volontà, e quindi neppure la responsabilità degli atti umani, può essa benissimo comporsi anche con una santità eroica, ogni qualvolta cioè un Servo di Dio per il fedele uso della grazia reagisce e supera l'infermità della natura. Se è stata possibile la santità perfino nello stato abituale d'ossessione, perché non lo potrà essere in una semplice condizione patologica?
Però, anche ammesso che, tra gli altri miracoli della divina potenza, la santità che supera e vince il temperamento isterico rappresenta una vittoria della grazia ancor più gloriosa, non mi sembra tuttavia che questo sia il caso di Gemma Galgani.
Conosciamo bene i segni diagnostici dei temperamenti isterici. Bugiardi, volubili, egoisti, facilmente sensuali, egocentrici, finti, facilmente eccitabiliin una parola, deboli e ripiegati in loro medesimi.
Gemma Galgani in tutta la sua vita diede continue e costanti prove di qualità precisamente opposte alle note che distinguono i temperamenti isterici.
Ella, che nelle sue lettere apparisce d'una limpidezza cristallina, nulla più abborrisce che la finzione e l'inganno; e nelle sue relazioni coi direttori spirituali, coi benefattori, coi parenti, è continuamente preoccupata d'apparir loro quale riteneva fermamente d'essere, una povera creatura, un essere degenerato, un letamaio. Chiede continuamente lume per sé e pei suoi direttori.
La Galgani nel suo cammino ascensionale verso la santità e lo stato di completa immolazione, fu costante, nonostante tutti gli artifici e le sevizie dei demoni, tutte le contradizioni e le critiche degli uomini, nonostante le sue stesse continue ed atroci sofferenze. La sua eroica virtù non conobbe alti e bassi, tregue e riprese, periodi di fervore che si succedono e stasi di debolezze: Gemma fu sempre fervorosa, né mai altro desiderò e cercò, che il talamo dello Sposo Verginale, il legno della Croce.
La Serva di Dio, lungi dall'essere egoista ed egocentrica, amava per se stessa il nascondimento ed il volontario dispregio, per essere invece tutto zelo e carità verso gli altri. I doni mangerecci che riceveva, passavano ai membri della famiglia Giannini; ed ella, tuttoché malata, faceva da mammina coi bambini della sua benefattrice. Anche nelle estasi e nelle preghiere, apparisce continuamente preoccupata del bene degli altri, per la cui salvezza e salute temporale non esita perfino d'offrire al Signore la propria vita.
Gemma, non solo non adombrò il proprio giglio con alcun attacco meno che puro; ma anzi la sua vita, specialmente dopo il dono delle stigmate e la partecipazione ai dolori della Passione del Redentore, fu un prolungato martirio durato sino all'estrema agonia.
Morì ad immagine del Salvatore, desolata, ma serena; morì d'eccesso di dolore: Gesù mio, disse, ora non ne posso più . Detto questo, allargò le sue braccia e reclinando il capo spirò d'amore e di dolore, come Gesù Cristo in Croce.
La fortezza di Gemma risplende in tutta la sua vita; fortezza, non soltanto nel sostenere impavida, anzi, amare le sue sofferenze mistiche che le straziarono il corpo e l'immolarono sulla Croce nel primo fiore della sua giovinezza; ma soprattutto nel sostenere serena, ma ferma, le catastrofi materiali della sua famiglia, i disagi delle malattie, della povertà, il furore e l'ossessione del demonio, e tutto questo senza un lamento, senza un rimpianto, senza un compromesso o una cessione alla natura, al mondo, all'inferno. Evidentemente, chi ha potuto compiere tali eroismi, non solo non può essere un temperamento isterico, insufficiente, malato; ma, siccome tanta fortezza che fa ricordare quella della beata Angela da Foligno, di santa Rosa da Lima, di santa Caterina da Siena, sorpassa di molto la possibilità della nostra comun povera natura, accusa evidentemente un'origine più alta, siccome è scritto: « Fortis ut mors dilectio, dura sicut infernus aemulatio; lampades eius lampades ignis atque flammarum». Quae omnia dicta sint sub censura etc.

Monte Cassino, 7 marzo 1929.

+ Ildefonso
Ab. di S. Paolo e Ordinario


Testo tratto da: Cornelio Fabro, Gemma Galgani testimone del Soprannaturale, Roma: CIPI, 1989, pp. 470-81.

CARI LETTORI


Cari lettori , con l'aiuto della nostra cara Gemma abbiamo realizzato questo piccolo Santuario di preghiera. Il fatto che sia virtuale non significa che non esista, anzi è un luogo dell'anima , fuori del mondo , dove potersi raccogliere e pregare. Se preferite il silenzio, potete spegnere il piccolo music-player, posto all'inizio del Blog, oppure scegliere un brano che vi piace di piu' di quello impostato per primo. Ave Maris Stella, comunque , un canto di devozione mariana, risalente al 1500, cantato in gregoriano, credo sia molto suggestivo. Abbiamo realizzato una piccola BACHECA, dove poter lasciare una preghiera. Noi pregheremo con voi, con Gemma e lei per noi tutti intercedera' presso il suo "sposo di sangue". Non c'è bisogno di lasciare un'email ( chi vuole puo' farlo) , se non volete usare il vostro nome per pudore o per riservatezza, usatene uno di "fantasia". Speriamo con questo blog , di formare un gruppo di preghiera su Skype: chi volesse puo' scrivere il proprio nome skype a: lapoveragemma@gmail.com.
Grazie a tutti.

domenica 15 agosto 2010


Ringrazio il Signore per gli aiuti anche tecnici per il blog e ringrazio il Signore per averci dato la possibilita' con pochissime conoscenze e mezzi di realizzare un luogo di preghiera. Noi tutti i mercoledì alle 21.30 preghiamo S. Gemma. Anche se il commento , per nostra insipienza , non venisse moderato, cio' non vuol dire che Gemma non interverra' laddove lo consente Iddio.
Comunque, consigliamo di lasciare l'intenzione di preghera, come commento all'ultimo post fatto sul blog.Per il momento, non riusciamo a fornire di meglio, ma chissa' ....con la preghiera e l'aiuto della Madonna, forse colmeremo anche questa mancanza. Un saluto fraterno a chi ci legge e ricordo stasera l'appuntamento per la recita dell'intero rosario in latino dedicata alla ASSUNTA in cielo, la Donna vestita di sole......

mercoledì 4 agosto 2010

Gemma Galgani: una santa contro la solitudine Intervista con il biblista Bruno Moriconi







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ROMA, venerdì 23 aprile 2004.- Gemma Galgani (1878-1903) è un antidoto contro la solitudine della vita affermano Bruno Moriconi e Armida Pezzini in un volume prossimamente in uscita nelle librerie italiane.

In una intervista concessa a ZENIT, Bruno Moriconi spiega ciò che si nasconde dietro il famoso sorriso di Gemma Galgani, la santa che durante tutta la sua vita sopportò le incomprensioni e i patimenti, soffrendo di profonda solitudine e povertà a causa della precoce scomparsa dei genitori e di gravi dissesti finanziari, fino a ricevere le stigmate.

Bruno Moriconi, ocd, originario di Camaiore (Lucca), è docente di Esegesi e di Cristologia presso la Pontificia Facoltà Teologica del “Teresianum”, di cui è stato anche Preside, e presso l’Istituto Internazionale di Teologia Pastorale Sanitaria “Camillianum” della stessa città.

E' coadiutore del libro: "Oltre la Solitudine. Il messaggio di Gemma Galgani”, edito da “Città Nuova”.

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Cosa c’è dietro il sorriso di santa Gemma Galgani, la santa della Passione?

Bruno Moriconi: Santa Gemma era veramente anche una bella ragazza, ma dietro il “sorriso” di cui si parla al primo capitolo del libro, c’è molto di più. Il suo atteggiamento, cioè, accogliente e amorevole e quella serenità che le veniva dalla fede.

Nonostante le vicende tristi della sua vita, infatti, Gemma offriva tutto ciò che le capitava per il bene degli altri. Dietro il sorriso di Gemma, infatti, c’è l’amore di Gesù per tutta l’umanità. “Io vorrei, o Gesù, che la mia voce arrivasse ai confini di tutto il mondo”, Gli dice, infatti, nella preghiera.“Chiamerei tutti e direi loro di entrare nel tuo cuore”.

Nonostante sia giustamente identificata come “santa della Passione”, Gemma non si appassiona per la sofferenza come tale, ma per l’amore che ha spinto il nostro Signore a dare tutto, lasciandosi perfino crocifiggere, pur di portare a tutti l’amore del Padre.


In che modo Gemma “arricchisce il mondo con la forza dell’amore”, come Lei afferma?

Bruno Moriconi: Perchè, una volta scoperto ciò che veramente la muove e la sostiene, Gemma è una di quelle figure di cui abbiamo più bisogno. Benché, infatti, si parli tanto di amore, l’amore praticato nel nostro mondo è spesso solo un risvolto dell’egoismo e un voler ottenere a tutti i costi.

Al contrario, quello dei santi come Gemma è veramente più forte della morte, perché è quell’amore trasparente e disinteressato di cui abbiamo tutti tanto bisogno ad ogni dimensione, qualunque sia la nostra scelta di vita.


Come si impara da Gemma la fiducia che vince la solitudine?

Bruno Moriconi: Abbiamo scelto questo titolo (“Oltre la solitudine”), poiché ci è sembrato che, fondamentalmente, sia questo il messaggio di Gemma per il nostro tempo. Intanto, poiché - essendo rimasta sola e non potendo realizzare neppure il suo desiderio di entrare in un monastero - ha sperimentato al massimo, lei stessa, l’emarginazione della solitudine.

In secondo luogo, poi, poiché, nonostante ci fossero le premesse perché Gemma si disperasse o cadesse in depressione, ha avuto la grazia di trovare la forza per vivere serena. Per merito soprattutto di sua madre che l’aveva educata alla fiducia nel Signore e nella Madonna, si è infatti guardata dentro e vi ha trovato quella presenza che nessuno avrebbe mai potuto toglierle.

Ha imboccato, cioè, la via semplice della preghiera che ciascuno di noi, oltre che in chiesa, può fare nel segreto del proprio cuore, a casa, per strada, a scuola, al lavoro ed in ogni altra occasione. È il poter avere sempre un Tu a cui rivolgerci, infatti, la sola arma contro la solitudine.


Si sentiva Gemma, in qualche modo, fuori posto, per il fatto di voler essere suora e di non poterlo essere a causa della sua salute?

Bruno Moriconi: Entrare in monastero fu l’unica cosa che veramente desiderò per sé. Benché richiesta più volte in sposa, infatti, Gemma si sentiva chiamata ad una vita di consacrazione in un monastero.

Respinta per l’ennesima volta anche dal monastero di Tarquinia dove si sarebbe contentata anche di svolgere solo i servizi più umili, Gemma non poté evitare di esprimere la propria delusione. “Viva non mi ci vogliono – disse ad una sua zia - ma da morta mi cercheranno”.

Parole che si sono rivelate profetiche, dato che, non solo il monastero delle Passioniste di Lucca è costruito attorno al Santuario di Santa Gemma, ma anche perché la santa – insieme a Madre Gemma Giannini – è anche la loro gloria più grande.

Anche se non si trovava nel luogo che avrebbe desiderato, Gemma non si sottrasse, tuttavia, alla vita e all’impegno di ogni giorno. Invece di domandarsi perché fosse accaduto proprio a lei, tutto ciò che le era successo, compresa la non accettazione in monastero, visse la sua vita dove si trovava.

Del resto, anche suo fratello Tonino, un giorno che l’aveva vista un po’ delusa dai rifiuti delle monache, le aveva detto: “Non ti sgomentare, se vuoi farti santa, ti puoi far santa anche fuori dal convento”.

Un saggio consiglio che vale per tutti, dato che le condizioni ideali per vivere al meglio non esistono, ma si può vivere al meglio in qualsiasi condizione, come insegna San Giovani della croce con questa massima di una efficacia assoluta: “Dove vedi che non c’è amore, metticelo e ce lo troverai”.


Il suo messaggio oggi è accattivante per i giovani?

Bruno Moriconi: Potrebbe sembrare di no, dato un certo modo unilaterale di presentare la figura di Gemma, tutta avviluppata negli straordinari fenomeni che punteggiano la sua breve esistenza. Se, tuttavia - come si è cercato di fare anche in questo piccolo libro - ci si sofferma di più sulla sua vita reale, i suoi ideali e le sue paure, anche il giovane di oggi può riscoprirla come compagna di viaggio, oltre che come protettrice.

venerdì 30 luglio 2010

L'ANGELO CUSTODE




Carissimo Francesco ecco la copia dell'articolo che ti è tanto piaciuto. Un abbraccio+

FREEDOM.

Possiamo dire senza esagerazioni che il ministero visibile dell’Angelo Custode nei tempi moderni non fu mai più ammirabile e meglio attestato che nella vita di Santa Gemma Galgani (1878-1903).
. Gemma vedeva costantemente il suo Angelo con i suoi occhi; essi si parlavano, come da amica ad amico; pregavano insieme. Egli vegliava su di lei mentre riposava. In una delle sue lettere ella scrive: “Gesù non mi ha lasciata sola, egli permette al mio Angelo Custode di rimanere sempre con me.” Nel suo Diario, al 21 giugno 1900, così scrive: “Questo pomeriggio dopo la mia Confessione con Padre Vallini, mi sono sentita improvvisamente agitata e disturbata; era un segnale che il diavolo era vicino…. Il nemico, che si era ben nascosto per alcune ore, apparve nella forma di un minuscolo tizio, ma così orribile che io fui quasi sopraffatta dalla paura. Continuando a pregare, immediatamente cominciai a sentire dei colpi sulla mia spalla che durarono per circa mezz’ora. Poi il mio Angelo Custode venne a dirmi ciò che stava succedendo; lo supplicai di restare con me tutta la notte, ed egli disse: “Ma io devo dormire”. “No”, gli risposi “Gli Angeli di Gesù non dormono!” “Ciò nonostante”, egli disse sorridendo, “Io devo riposare. Dove mi sistemi?” Io lo pregai di rimanere vicino a me. Andai a letto;dopodiché egli distese le sue ali e si sistemò sulla mia testa. Al mattino egli era ancora lì”. Quando ella fece questa annotazione nel suo Diario – come le aveva detto di fare il suo padre spirituale –Santa Gemma aveva ventidue anni, non era una bambina. Innocente e ingenua come una bambina, ancora non comprendeva bene. Ella credeva che ogni cristiano vedesse il suo Angelo Custode, come capitava a lei, e rimase molto sorpresa quando le dissero che non era così.

Prendiamo ancora dal suo Diario una citazione del 23 luglio 1900: “Quali orribili tentazioni! Disprezzo tutte le tentazioni ma quelle contro la santa purezza mi fanno arrabbiare maggiormente. Successivamente (il diavolo) mi lasciò in pace e il mio Angelo Custode venne a rassicurarmi che io non avevo fatto nulla di sbagliato. Io mi lamentai per qualche cosa (con l’Angelo), perché in quel momento desideravo il suo aiuto, ed egli disse che se lo avessi visto o meno, egli sarebbe stato sempre sopra la mia testa; anche ieri egli promise che in serata Gesù sarebbe venuto a trovarmi.”

Per fare sì che nessuna parola venisse perduta delle sue istruzioni spirituali a Santa Gemma, l’Angelo le chiese un giorno di scrivere sotto sua dettatura le norme e le regole basilari della sua condotta. Fra le altre cose, l’angelo le disse, “Ricorda, figlia, che colui che ama realmente Gesù, parla poco e sopporta tutto. Io ti comando in nome di Gesù di non esprimere mai la tua opinione se non viene richiesta…. Se commetti uno sbaglio, accusa te stessa immediatamente, senza aspettare che le persone ti chiedano di farlo. Infine ricorda di guardare sopra i tuoi occhi, e pensa che gli occhi che sono stati mortificati vedranno la gloria dei cieli.”

Quando era necessario, l’Angelo di Gemma poteva essere molto severo e duro con lei. In una delle sue lettere al suo padre spirituale ella scrive: “Il mio angelo è un po’ severo, ma io sono grata di ciò. Negli ultimi giorni egli ha discusso con me per i miei errori tre o quattro volte al giorno.” Effettivamente egli sembra essere stato veramente troppo severo con lei. Una volta ella riportò: “Mentre stavo mangiando, ieri, alzai gli occhi e vidi il mio Angelo Custode, che mi guardava con un’espressione talmente severa da spaventarmi. Non disse nulla. Più tardi quando andai a letto, o mio Dio! Egli mi ordinò di guardarlo in faccia, io lo guardai, ma subito abbassai gli occhi. Egli tuttavia insistette e disse: “Non ti vergogni di commettere mancanze in mia presenza? Mi rivolse uno sguardo severo…non potevo fare nient’altro se non gridare. Raccomandai me stessa a Dio, alla nostra Madre Beata affinché essi mi portassero lontano da lì, perché non potevo stare lì più a lungo. Di tanto in tanto egli mi ripeteva: “Mi vergogno di te”. Io pregavo che le altre persone non lo vedessero in quello stato, perché se fosse accaduto, nessuno avrebbe mai più voluto venire vicino a me. Soffrii tutta la giornata, e ogni qualvolta alzavo gli occhi, lo vedevo sempre con quello sguardo severo sul volto. Non ebbi il coraggio di dirgli una sola parola. La scorsa notte non riuscivo ad addormentarmi ed ero ancora sveglia alle due del mattino. Infine quando sentii l’orologio battere le tre, vidi l’Angelo Custode venire vicino a me e poggiare la sua mano sulla mia fronte, dicendo queste parole: “Dormi, ragazza cattiva!”.

Di solito le relazioni tra Gemma ed il suo Angelo erano più cordiali ed armoniose. Il suo padre spirituale ci dice chi egli stesso la osservava e notava che quando ella alzava gli occhi e vedeva l’angelo, oppure lo ascoltava, immediatamente si allontanava da questo mondo e assumeva la stessa attitudine e la condizione psicosomatica dello stato di estasi; ma quando ella allontanava gli occhi dall’Angelo ritornava se stessa. Ciò, egli dice, avveniva ogni volta che ella guardava o parlava al suo Angelo.

Una delle più sorprendenti caratteristiche del ministero dell’Angelo Custode di Gemma è il fatto che ella spesso lo mandava per commissioni, di solito per recapitare messaggi o lettere al suo Padre spirituale dalla città di Lucca a Roma, o in altri posti lontani dai quali tornava con la risposta. Spesso la risposta veniva recapitata dall’Angelo Custode del suo padre spirituale, che era un visitatore frequente di Santa Gemma. Tutto ciò veniva detto e fatto come la cosa più naturale di questo mondo. Ella scrive alla sua guida il 15 settembre 1900: “Venerdì mattina vi ho mandato una lettera per mezzo del vostro Angelo Custode. Egli mi ha promesso che ve l’avrebbe recapitata. Spero che la abbiate ricevuta. Egli l’ha presa con le sue mani. Me lo farete sapere, vero?” Ciò non era frutto della sua fantasia; a quel tempo, ella aveva ventidue anni e aveva già ricevuto le stigmate. Inoltre quando qualcuno le faceva notare che questa consegna della sua posta per mezzo di un Angelo poteva essere opera del diavolo, ella diventava sospettosa e riferiva la questione alla sua guida, che le indicava quali misure prendere per prevenire qualsiasi diabolica interferenza. Alla signora Cecilia Giannini, madre adottiva di Santa Gemma, Padre Germano scrive: “Ho ricevuto con puntualità tutte le lettere mandate da Gemma.” Tre giorni dopo egli scrisse: “Ho sempre ricevuto fedelmente le lettere angeliche (quelle recapitate dall’angelo). Il fatto è inusuale, e confesso che non lo comprendo del tutto. Le ho vietato di comandare all’Angelo di portarmele ma esse mi arrivano lo stesso… Ella (Gemma) dovrebbe chiedere a Gesù e all’angelo di rassicurarmi con chiari segni tali da cancellare ogni dubbio, altrimenti sarò costretto a vietare assolutamente tale mezzo di corrispondenza.” Sembra che tali chiari segni vennero dati, perché questo è ciò che il Passionista Germano scrisse successivamente dopo la morte di Gemma: “A quante prove ho sottoposto questo singolare fenomeno (dell’angelo che recapita le lettere di Gemma) per convincermi che ciò avveniva per mezzo di un intervento soprannaturale! E nessuna delle mie prove fallì mai, e allora mi convinsi pian piano che in questo, come in molte altre cose straordinarie nella sua vita, il cielo si divertiva con questa innocente e cara fanciulla.”

Fu durante la sua sofferenza mistica che l’Angelo Custode assistette Santa Gemma più amorevolmente. Quando ella ricevette le cinque ferite sanguinanti, nelle mani, nei piedi e dilato, la notte dell’8 giugno del 1899, l’Angelo si trovava lì ad assisterla: “Avevo dolore alle mani e ai piedi, e quando mi alzai vidi che stavano sanguinando. Le bendai come meglio potevo, e con l’aiuto del mio Angelo mi sistemai nel letto.”

In una delle sue lettere alla sua guida ella scrive: “Il santo Angelo, giovedì sera, appena prima che cominciassi a soffrire, è venuto di nuovo. Insieme abbiamo adorato la maestà di Dio che mi ha dato un tale profondo dolore per i miei peccati per i quali mi vergogno a presentare me stessa alla sua presenza; ho provato a nascondermi, a fuggire. Ho sopportato questo tormento per un po’ di tempo, ma poi è arrivato l’Angelo a farmi coraggio…. Egli (l’Angelo) aveva due bellissime corone, una di spine e una di gigli. Mi chiese quale desideravo. Io desideravo ubbidirti Padre e non risposi subito. Poi dissi, “Quella di Gesù.” Egli sollevò la corona di spine; la baciai molte volte, sorridendo e piangendo, e l’Angelo si allontanò.”

Non solo l’ Angelo Custode assisteva Gemma, ma spesso gli altri angeli venivano a benedirla e a pregare con lei. Questo era specialmente il caso dell’Angelo di Padre Germano, la sua guida, che ella descrive essere estremamente bello e che aveva una stella brillante sul capo. “Ogni sera”, ella scrive alla sua guida, “quando mandi il tuo Angelo Custode, egli viene a benedirmi; e al mattino viene a svegliarmi; questa mattina ho aperto gli occhi, ma non c’era, e mi sono messa quasi a piangere. Me lo mandi di nuovo, vero? Digli che gli chiedo perdono e non sarò mai più disubbidiente. Non lo farò mai più. Mandamelo di nuovo. Il mio stesso Angelo non è così severo, piuttosto, se sono cattiva, egli a maggior ragione viene a benedirmi.”

Una sera i suoi zii e sua sorella la invitarono per andare a vedere alcuni spettacoli. Ella non desiderava andare perché voleva pregare, ma dovette ubbidire. Scrisse riguardo a questa faccenda alla sua guida, aggiungendo: “…so che il mio Angelo non era contento perché non è venuto con me. Capisci? Io non voglio che succeda ancora… Consegnerò questa lettera al tuo Angelo Custode, che te la porterà, cosicché nessuno saprà ciò che io ho scritto.” Dall’ultima frase capiamo la ragione per la quale il Signore aveva permesso questo speciale servizio di recapito della posta per mezzo dei suoi Angeli. La segretezza era necessaria per proteggere i misteri della sua straordinaria vita interiore, e questo fu il modo di Dio per farlo.

Essendo quasi sempre in compagnia del suo Angelo, Santa Gemma aveva acquisito una tale familiarità con lui che lo considerava come uno di famiglia, come il suo fratello più giovane. Qualche volta veniva sentita discutere con lui affinché si allontanasse, cosicché la sua guida doveva ricordarle che stava parlando a uno Spirito beato del cielo e che ella doveva tremare davanti a lui. “Hai ragione Padre”, disse Gemma, “da adesso in poi parlerò all’Angelo con rispetto, gli mostrerò ogni segno di riverenza e rimarrò a distanza cento passi quando lo vedrò arrivare.” Avendo ricevuto l’ordine di agire con minore familiarità con gli Angeli, si trovò in un dilemma se obbedire all’ordine e non essere rude con l’Angelo. Ella scrive alla sua guida: “Venerdì sera il tuo beato Angelo mi fece irritare: non lo volevo intorno, ma egli aveva così tante cose da dirmi. Appena arrivò mi disse: “Dio ti benedica, o anima affidata alla mia protezione!… Di cosa hai paura?” “Di disobbedire”, risposi. “No, è il tuo Padre spirituale che mi ha mandato.” Allora lo lasciai parlare…” Gemma Galgani morì a mezzogiorno dell’11 aprile del 1903, al rintocco delle campane che annunciavano la Resurrezione del Signore. Sotto la protezione del suo angelo custode, Gemma rese la sua anima a Dio.

Don Marcello Stanzione

giovedì 29 luglio 2010

Chi è venuto dall’aldilà? Santa Gemma Galgani




Una devota di S. Gemma Galgani depose:
«Nel 1906, da circa dieci mesi ero sofferente di forte dolore al capo, nel quale sentivo come tanti carboni accesi, in maniera che mi sembrava che mi bollisse il cervello; mi si bruciò anche tutta la bocca, in maniera che non potevo mangiare e dovevo contentarmi soltanto di bevande diacce, e qualche volta anche d un po’ di minestra, ma diaccia. Il dottor Lippi Castruccio mi fece quattordici visite, e dopo aver sperimentato molti mezzi per farmi guarire, alla fine mi disse: Carina mia, se fosse una rapa o una mela potrei spaccarla e vedere quello che c’è dentro; ma io non so più cosa farti; rassegnati alla volontà di Dio. — Allora io, alzando gli occhi al Cielo e con le mani giunte, dissi: Gemma, se è vero che tu sei in Paradiso, dammi questo segno, fammi la grazia, guariscimi. Detto così, mi sentii guarita all’istante.
Avevo promesso a Gemma che se avessi ottenuto la grazia della guarigione, l’avrei pubblicata immediatamente in suo onore. Però non la pubblicai subito perché volevo accertarmi se me l’aveva fatta completa. Non ho avuto più nulla e ho ripreso i miei sonni e le mie abitudini senza sentire mai più il minimo dolore di capo, e già sono passati sedici anni dalla grazia ricevuta.
Il medico aveva diagnosticato che la mia malattia fosse una meningite progressiva e tanto grave che ritrovandomi un giorno per la strada, meravigliato nel vedermi, disse: Oh che fai? Ti credevo nella tomba. Grazia speciale!
Il Padre Germano, direttore spirituale di S. Gemma, nei processi per la beatificazione della medesima (nei quali è contenuta la relazione del miracolo), fa questa precisazione: Dall’inizio della malattia, dicembre 1906, ai primi di ottobre dell’anno successivo non potè mai dormire più di un’ora circa il giorno.

Questa è la pura verità — attestò la miracolata nel certificato che rilasciò al medesimo Padre — e la confermo' con giuramento, io Isolina Serafini.


(Dai Processi di beatificazione della Serva di Dio Gemma Galgani).

mercoledì 21 luglio 2010



Carissimo Francesco,
grazie per l'ospitalita' e per avermi concesso di intervenire su questo tuo blog interamente dedicato a Santa Gemma Galgani.
Era molto tempo che aspettavo l'occasione per parlare della nostra amata Gemma, per cui come ben sai, nutro una devozione ed un affetto molto particolari.
Devo dire che ho visto il filmato di "Miracoli" che , sinceramente non pensavo fosse molto interessante, ma mi sono ricreduto, soprattutto per lo scoop sulle impronte del demonio ecc.... Veramente impressionante! D'altra parte il pellegrinaggio a Lucca con Gaetano è un po' datato, per questo apostolato ora al monastero di Santa Gemma c'è il Sig. Gino... non mi ha voluto mai dire il suo cognome. La prossima volta che mi capita di andare a Lucca gli daro' l'indirizzo del tuo blog, lui si che ne ha di storie su Gemma.....
Io ti posso dire che da quando ho "incontrato" questa Santa, non mi sono sentito più solo! Credevo che succedesse solo a me...poi ho letto degli articoli su Internet e ho capito che non sono nè il primo nè l'ultimo. La carissima Gemma una volta conosciuta non ti lascia mai solo, un po' come faceva con lei il suo Angelo custode!
Dunque.....
Mi incuriosì tantissimo un breve articolo su Gemma, perdonatemi ma io la chiamo familiarmente così, che parlava dei compiti di "postino" che la nostra beniamina affidava al suo Angelo Custode,
e la motivazione: "non avevo punto quattrini" ..... abituato alle profonde malvagita' di questo nostro mondo attuale , mi lascio' incantato! Allorai incominciai veramente a leggere alcuni libri su di lei, molti ho visto con piacere che tu, Francesco, li hai elencati nel tuo blog, ma su S. Gemma, come tu gia' sai, esiste una bibliografia sterminata e numerosissime testimonianze anche su Internet. Dicevo , ho cominciato a leggere, finche' non ho avuto il desiderio fortissimo di andarla a trovare a Lucca.
Siete mai stati al Monastero di S.Gemma? Consiglio a tutti i lettori di andarci! E' un'esperienza sempre diversa e bellissima. Se avete letto un po' di biografia di Gemma , andare nei luoghi dove lei ha ricevuto le stigmate da Gesù, che si è materializzato in quella stanza , è una forte emozione. Il sig. Gino mi disse che , entrando in quella stanza, ci si sarebbe dovuti togliere scarpe e calze , perchè quel luogo è sacro. Sto parlando della casa Giannini, che adottò la nostra Gemma, orfana di padre e di madre..... bisogna rendere merito a questa famiglia, che ha avuto dal Cielo l'onore di ospitare tale angelica creatura! In questa casa sono raccolti tanti oggetti che Gemma ha toccato, i luoghi che per alcuni anni le furono tanto cari , come quella Zia Cecilia, che la povera giovane, segnata da tanti lutti familiari, chiamava "mamma", come poi ebbe a chiamare "babbo", la sua guida spirituale, Padre Germano Ruoppolo. Che dire ? Io ho avuto la precisa sensazione, andando a Lucca, di essere non solo protetto ma atteso. Non sto a dirvi i tanti particolari che mi hanno condotto a fare questa affermazione, ma vi assicuro che questa grandissima Santa, peraltro sconosciuta alla massa dei fedeli , sa rendersi presente a chi le vuol bene e ricambia col suo gran cuore.....provare per credere! In poche parole diventa una persona di famiglia e ti ci affezioni così tanto che guai a chi la tocca!
Eccomi alla mia testimonianza.
Saputo della mia devozione per questa Santa, una mia conoscente , chiamiamola "X", ma posso fare il nome e il cognome, mi prego' di fare una preghiera a Santa Gemma, affinchè intercedesse per una persona che io non conoscevo. Mi feci dire solo il nome di questa persona, che chiamero', per non violare la privacy, "Maurizio". Questo ragazzo, doveva sottoporsi ad intervento chirurgico la mattina dopo. Mi chiese....... prega S. Gemma per la sua guarigione.....
Così feci, mi appellai a Gemma e la pregai d'intercedere, con celerità, per la guarigione di Maurizio. L'indomani questo ragazzo doveva subire l'intervento.
Voi non immaginate il mio stupore quando, la sera dopo, mi arriva una telefonata..... era questa mia conoscente che si sproloquiava in elogi e ringraziamenti dicendomi : "ma come hai fatto"....... Alt ! Le dissi io, io non ho fatto un bel nulla di nulla....ho fatto una semplice preghiera, e'
S. Gemma che si è precipitata e l'ha fatto guarire in quattro e quattr'otto! Eh si! In effetti mi feci raccontare l'accaduto.....Quel ragazzo, dopo un'intervento che si pensava senza speranza, stava bene! Anzi, era del tutto ristabilito!!! E dire che io simili interventi da parte di Gemma non ne ho mai avuti, finora.....ma da cio' ho tratto il seguente insegnamento: 1) Che Gemma, com'era zelante in vita ancora di piu' lo è dal Paradiso , e , 2) Che il Signore desidera che preghiamo l'uno per l'altro e che ci vogliamo bene come fratelli.

FREEDOM

lunedì 19 luglio 2010

UN MIRACOLO



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Era l’anno 2002 nel mese di agosto e io mi sono recata al santuario della madonna di Loreto sperando nell’ascolto dell’altissimo perché mio fratello a soli 33 anni a causa di un intervento alla testa purtroppo riuscito male si trovava in coma nell’ospedale di Careggi di Firenze. Prima di partire per Loreto avevo a pregato a lungo e intensamente PADRE PIO che mettesse una mano sulla testa di mio fratello che era in procinto di essere operato alla testa per un tumore, e in quei giorni del ricovero, nella cappellina dell’ospedale il frate GianFrancesco si recò da massi al suo letto e gli mise una mano sulla testa, gianfrancesco conobbe prima di farsi frate proprio PADRE PIO e da lui ricevette la vocazione da quel giorno il suo dono si è trasferito nelle sue mani che emanano un gran calore. Purtroppo il lungo e estenuante ricovero precipitava ora per ora in disgrazia fino al coma, quando la situazione divenne sempre più critica con ben 5 ematomi ex vaqui che costrinsero i medici a operare per ben 5 volte nella testa di mio fratello, di appena 33 anni,! Così mi recai in un solo giorno a Loreto e mi confessai, pregai tantissimo e con l’olio benedetto datomi in regalo dal santuario mi recai nuovamente senza perdere tempo all’ospedale di Firenze Io ero tornata dal santuario ma niente cambiava al meglio nonostante il mio sacrificio di digiuno e preghiere costanti assieme a gianfrancesco che cosparse di olio benedetto il corpo di massi in coma, in sala di rianimazione dove non ci era permesso di entrare e quel giorno il babbo piangendo mi disse che ogni tentativo era già stato fatto per recuperare massi ma l’esito non poteva che essere negativo e senza speranza dicendo le sue tremende parole: ” vogliono fare l’espianto degli organi”. Feci fatica a riprendermi dallo sciok del dolore e caddi in collasso e venni ricoverata al pronto soccorso dell’ospedale, ma la forza della speranza e della preghiera mi chiamava a reagire, così con le ultime e pochissime forze andai da Santa Gemma! Con il mio ragazzo che guidava, io a tale dolore non riuscivo a resistere e corsi con le ultime forse, digiuna da una settimana, al Santuario di Santa Gemma dove mi prostrai ai piedi della Madonna e ai piedi della bellissima e giovane Santa chiedendole disperatamente di aiutarmi perché anche lei nel corso della sua drammatica e dolorosa vita aveva perso un fratello e conosceva il mio dolore,” esaudisci la mia preghiera S.Gemma “!, Fu un calvario con i mille rosari recitati con passione, e i vostri dolcissimi canti mi donavano conforto e speranza, poi tornai all’ospedale poiché quel luogo era divenuto la mia casa da quando Massi era stato benedetto da gianfrancesco che gli diede l’estrema unzione…mi vengono i brividi al solo pensarci e appena arrivata ad accogliermi fuori in giardino, come in un sogno, fu mio padre con le braccia aperte piangendo di felicità e mi disse: Barbara è successo un miracolo! Massi si è risvegliato e sta bene. E successo un miracolo! Anche i medici stupiti dell’accaduto dissero che si trattava di un miracolo. Da quel giorno sono in debito con chi mi ha ascoltata su in cielo e non ho mai smesso di dire il mio rosario ogni giorno! A volte più di uno e ascolto sempre radiomaria che è diventata la mia compagna di vita che mi aiuta a pregare tutto il giorno. Il miracolo è stato ottenuto per intercessione di Santa Gemma e ne sono veramente convinta!

Barbara Francuine

sabato 17 luglio 2010

Una grazia grandissima: le stigmate


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giovedì 8 giugno 1899, ottava del Corpus Domini e vigilia della festa del S.Cuore di Gesù

«Il giorno 8 giugno, dopo la Comunione, Gesù mi avviso che la sera mi avrebbe fatta una grazia grandissima. Andai poi il giorno stesso per confessarmi e lo dissi a Monsignore, e rispose che stassi bene attenta a riferirgli dopo ogni cosa.

Eravamo alla sera: tutto ad un tratto, più presto del solito mi sento un intenso dolore dei miei peccati; ma lo provai così forte, che non l'ho più sentito; quel dolore mi ridusse quasi direi li li per morire. Dopo di questo mi sento raccogliere tutte le potenze dell'anima: l'intelletto non conosceva che i miei peccati e l'offesa di Dio; la memoria tutti me li ricordava, e mi faceva vedere tutti i tormenti che Gesù aveva patito per salvarmi; la volontà me li faceva detestare e promettere di voler tutto soffrire per espiarli. Un mucchio di pensieri si volsero tutti alla mente: erano pensieri di dolore, di amore, di timore, di speranza e di conforto.

Al raccoglimento interno successe ben presto il rapimento dei sensi, ed io mi trovai dinanzi alla Mamma mia celeste, che aveva alla sua destra l'Angelo mio Custode, che per primo mi comando di recitare l'atto di contrizione.

Dopo che l'ebbi terminato, la Mamma mi rivolse queste parole: "Figlia, in nome di Gesù ti siano rimessi tutti i peccati". Poi soggiunse: "Gesù mio Figlio ti ama tanto e vuol farti una grazia; saprai tu rendertene degna?" La mia miseria non sapeva che rispondere. Soggiunse ancora: "lo ti sarò Madre, ti mostrerai tu mia vera figlia?" Aperse il manto e con esso mi ricoprì.

In quell'istante comparve Gesù, che aveva tutte le ferite aperte, ma da quelle ferite non usciva più sangue, uscivano come fiamme di fuoco che in un momento solo quelle fiamme vennero a toccare le mie mani e i miei piedi e il cuore. Mi sentii morire, sarei caduta in terra, ma la Mamma mi sorresse, ricoperta sempre col suo manto. Per parecchie ore mi convenne rimanere in quella posizione. Dopo, la Mamma mia mi bacio nella fronte, e tutto disparve e mi trovai in ginocchio in terra, ma mi sentivo ancora un dolore forte alle mani, ai piedi e al cuore.

Mi alzai per mettermi sul letto, e mi accorsi che da quelle parti, dove mi sentiva, usciva del sangue. Mi coprii alla meglio quelle parti, e, poi, aiutata dall'Angelo mio, potei montare sul letto. Quei dolori, quelle pene, anziché affliggermi, mi recavano una pace perfetta. La mattina a stento potei andare a fare la Comunione, e mi misi un paio di guanti, tanto per nascondermi le mani. Non potevo reggermi in piedi; ad ogni momento credevo di morire. Quei dolori mi durarono fino alle 3 del Venerdì, festa solenne del S. Cuore di Gesù.

Questa cosa per primo dovevo dirla al Confessore, ma invece più volte andai a confessarmi senza mai dirgli nulla; esso più volte me lo dimandava, ma io rispondevo di no».

(Autobiografia 261-262).

Le stimmate si ripetono

«Trascorse intanto parecchio tempo, e ogni giovedì, circa le 8 e prima, sentivo i soliti dolori; ogni volta pero che mi accadeva in questo modo, sentivo prima di tutto un dolore così forte e intenso dei miei peccati, che quello mi cagionava più dolore che i dolori delle mani e dei piedi, del capo e del cuore: questo dolore dei peccati mi riduceva a uno stato di tristezza da morire. Però anche con questa grazia di Dio non miglioravo punto, ogni giorno commettevo peccati senza numero, disubbidienze, al Confessore non gli ero mai nulla sincera e sempre nascondevo qualche cosa. L'Angelo più volte mi avvisava, dicendomi che se ne sarebbe partito per non farsi più vedere, se avessi continuato in quel modo: io non obbedii ed esso se ne andò, ovvero si nascose per più tempo».

(Autobiografia 263)

Testimonianza del
P. Gaetano del Bambino Gesù I. X. P.

I. X. P.

Io sottoscritto attesto di aver veduto, nel mese di Luglio dell'anno 1899, sulle mani della giovinetta Gemma Galgani certe piaghe, che non avevano nulla dell'ordinario in natura. Nella parte inferiore della mano, e precisamente nelle palme, vedevasi come un pezzo di carne sovrappostavi, simile a una capocchia di chiodo, della superficie di un soldo; sul dorso poi vi era, in ambedue le mani, come una scorticatura, pero alquanto profonda. Quella mancanza di carne sembrava essere stata mandata via da un chiodo spuntato, che fosse stato conficcato nella parte opposta.

Io e chi con me le vide, non esitammo a dire che quelle fossero stimate, prodotte da cagione tutt'altro che naturale. Infatti, guardando le mani della giovinetta il giovedì sera, non vedemmo nulla; guardate il venerdì mattina le trovammo nel modo descritto di sopra; e riguardate il sabato, altro non ci vedemmo che una piccola cicatrice rossastra.

In fede

P. GAETANO DEL BAMBINO GESÙ
Passionista.

Testo tratto da: P. GERMANO DI S.STANISLAO C.P., S. Gemma Galgani, vergine lucchese, Roma 1972/10 (ristampa riveduta a c. della Postulazione dei PP. Passionisti), pp. 83-84.

FREEDOM

venerdì 2 luglio 2010


Triduo a Santa Gemma Galgani


Inizia oggi, Mercoledì 8 e termina Venerdì 10 Aprile

1° GIORNO

O gloriosa, S. Gemma, specchio tersissimo di virtù che nei brevi giorni della vostra vita terrena, quale vergine prudente, disprezzando le caducità della terra, vi con­sacraste unicamente agl'interessi del cielo, i soli che valgano a renderci davvero felici, quanto non ci dobbiamo confondere innanzi a voi! Attratti dalle lunsinghe e dalle bu­giarde promesse di questo mondo fallace, noi abbiamo troppe volte dimenticati i beni del cielo e ci siamo perduti in quelli della terra, collocando in essi le nostre speranze e la nostra felicità. Deh! o S. Gemma, ottenete che un raggio di quella luce divina che tan­to v'inondò l'anima, abbia a discendere su di noi che purtroppo ci troviamo tra tante tenebre; e da quel trono di gloria cui vi hanno sublimato le vostre eroiche virtù, ab­bassate sopra di noi il vostro sguardo e non disdegnate la nostra umile preghiera. Il mon­do ci aggira del continuo colle sue astuzie, e il demonio e i nemici dell'anima nostra cersano di farei dimenticare il vero scopo della vita ed immergerci sempre più nelle vanità della terra. O ardentissima amante di Gesù Crocifisso, S. Gemma, destateci dal nostro torpore e fate che possiamo ben compren­dere quella massima che fin dai primi anni vi proponeste quale programma di vostra vita. « Tutta di Gesù solo » onde disingan­nati pienamente della terra, abbiamo d'or innanzi ad applicarci ancor noi a realizzare nella nostra condotta questo stesso program­ma di perfezione e di santità.


Pater, Ave, Gloria.



2° GIORNO

O gloriosa S. Gemma, che foste così devota del Redentor Crocifisso e che con tanto ardore amaste lo sposo divino delle aniine nostre; o voi, che ben potevate ri­petere coll'Apostolo, e con tutta verità «Vivo io, non più io, vive in me Cristo Ge­sù », e quest'amore andaste alimentando ogni giorno più nel vostro cuore con la con­templazione della sua passione e con la par­tecipazione copiosa ai suoi dolori, fate che abbiamo noi pure ad ardere dello stesso in­cendio di tanta carità. Oh! quanto purtrop­po, o S. Gemma non abbiamo noi a confonderci alla presenza vostra nel vederci da voi così dissimili! Oh! perchè al ricordo della dolorosissima passione del divin Re­dentore Gesù e alla vista di lui Crocifisso, le anime nostre rimangono sì fredde, men­tre la vostra si accendeva di tanta fiamma di santo amore? Deh! scuotete, o S. Gemma, questi nostri cuori così miserabili, che insen­sibili purtroppo al pensiero dei dolori di Cristo, gli rinnovano bene spesso col pec­cato la sua dolorosissima passione; e fate che d'or innanzi la passione di Gesù e i do­lori della Vergine Madre abbiano ad impri­mersi davvero nelle anime nostre e rimaner­vi profondamente scolpiti, a ritegno dalla colpa e come sigillo indelebile di amore.

Pater, Ave, Gloria.



3° GIORNO

O gloriosa S. Gemma, che foste così presa dagl'interessi della divina gloria e che unicamente sospiraste che lo Sposo divino dell'anima vostra fosse da tutti conosciuto e da tutti amato, non dimenticate la vostra missione ora che vi trovate in cielo presso il trono del vostro Gesù. Il peccato continua purtroppo a regnare nel mondo e vi fa ogni giorno le sue vittime. Deh! voi che nel vo­stro silenzioso e benefico apostolato, strap­paste colle vostre preghiere, colle vostre lacrime, coi vostri sacrifici, innumerevoli anime all'inferno, venite in soccorso a tanti in­felici che traggono la loro vita nel peccato. Oggi ancora l'amore di Gesù non è compre­so; e gli uomini, lungi dal ricambiare le sue tenerezze, rispondono invece con ingratitu­dini e con peccati. Deh! continuate a zelare l'onore del vostro Gesù, e a questi infelici ottenete il ravvedimento e il perdono. E a noi pure, voi che vi offriste a Dio vittima di carità per la salvezza delle anime, impe­trate il più vivo dolore per le colpe che ab­biam commesse, e il più efficace proposito di guardarcene per l'avvenire.

Pater, Ave, Gloria.



Santa Gemma prega con noi e per noi!

Preghiera.


O Santa Gemma, quanto pietoso era il tuo amore per i miseri, quanto grande il tuo zelo per aiutarli! Vieni anche in mio aiuto, nei miei presenti bisogni, ed ottienimi la grazia... se è profittevole all’anima mia. I numerosi miracoli, le meravigliose grazie attribuite alla tua intercessione infondono in me la fiducia che tu mi potrai aiutare. Prega Gesù, il tuo Sposo Celeste, per me: mostrandoGli le stigmate che il suo Amore ti ha donato, ricordandoGli il sangue che da esse stillavi, gli spasimi che tu hai sopportato, le lacrime che tu hai versato per la salvezza delle anime, poni tutto questo tuo tesoro prezioso come in una coppa d’amore, e Gesù ti esaudirà. Amen. Padre, Ave, Gloria

“Io vorrei avere in questo istante, o eterno Padre, il cuore di tutti gli Angeli, il cuore di tutti i Santi, di tutti gli eletti, e persino della mia Madre celeste; anzi vorrei avere quello del tuo figlio, per offrirteli tutti in tua gloria e onore”

“Gesù, non vi facciano paura i miei peccati, non vi faccia ribrezzo la mia freddezza; riguardate, mio Gesù, all’affetto di questa vostra indegna figlia da voi redenta. Ricorro a Voi solo, Gesù, per sempre più piacervi, per fare la vostra santissima volontà, e per darvi maggior gloria”

Se tutti gli uomini si studiassero di amare il vero Iddio, questo mondo si cangerebbe in Paradiso”

Che bisogno ha Gesù del mio languido amore, che è amato sì forte dagli Angeli, dalla sua Mamma e dal suo Padre Celeste? E, lo so, lo so: Gesù chiede a me amore; Gesù mi riempie di favori e grazie sì costanti, perché vuole spandere in tutto il mondo la generosità del Suo Cuore. Quanto è buono Gesù e quanto ha fatto per me!”

PREGHIERA A SANTA GEMMA GALGANI
Le seguenti preghiere sono prese da Santa Gemma Santini (holy prayer cards) dal Monastero-Santuario Santa Gemma ­Claustrali Passioniste, Lucca, ITALIA

PREGHIERA A S. GEMMA PER CHIEDERE GRAZIE
O cara santa Gemma,
che ti sei lasciata plasmare da Cristo crocifisso, ricevendone nel tuo corpo verginale
i segni della sua gloriosa Passione,
per la salvezza di tutti,
ottienici di vivere con generosa dedizione il nostro impegno battesimale
e intercedi per noi presso il Signore affinché ci conceda le grazie desiderate.
Amen
Santa Gemma Galgani, prega per noi.
Padre nostro, Ave Maria, Gloria
Con approvazione ecclesiastica -Santuario Santa Gemma - Lucca
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PREGHIAMO A SANTA GEMMA
O Dio, che hai reso la ver­gine santa Gemma Galgani immagine del tuo Figlio crocifisso, donaci per sua intercessione di partecipare ai patimenti di Cristo, per meritare di essere associati alla sua gloria.
Per Cristo nostro Signore. Amen.
(Colletta della messa della santa)
Con approvazione ecclesiastica
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lo vorrei che il mio cuore non palpitasse,
non vivesse,
non sospirasse
che per Gesù;
vorrei che la mia lingua non sapesse proferire che il nome di Gesù, che i miei occhi
non guardassero altro che Gesù,
che la mia penna non sapesse scrivere che Gesù,
e che i miei pensieri non volassero
che a Gesù. –Santa Gemma Galgani
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Preghiera a Santa Gemma
O mirabile vergine Santa Gemma, che nella tua vita terrena sei stata, per l'esercizio delle virtù, «gemma preziosissima» agli occhi di Dio che si degnò di arricchirti di rari carismi e ti onora oggi con prodigi e grazie, degnati dal Cielo dove godi il premio della tua santa vita, di rivolgere uno sguardo benigno a noi che in te confidiamo. Fa che, a tua imitazione, sappiamo fuggire sempre il peccato e, nel fiducioso abbandono al Padre Celeste, come figli nel Figlio, Gesù nostro Salvatore, ci manteniamo sempre fedeli al Vangelo. Fà che sperimentiamo la potenza della tua intercessione e donaci conforto nella vita presente e specialmente nel momento della morte, affinché possia­mo partecipare con te all'eterna felicità nel Paradiso.
Amen.
Tre Gloria al Padre
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Preghiera A S. Gemma di Giovanni Paolo II

“O Padre, che ti compiaci di stabilire la tua dimora in chi ti ama con cuore semplice e puro, fa' che sull' esempio e per l' intercessione di S. Gemma viviamo, con purezza evangelica, il mistero dell 'amore crocifisso, per essere immagine viva del tuo Figlio.
Egli e' Dio e vive e regna conte, nell' unita dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli.
Amen."

-di Giovanni Paolo II

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Preghiera a Santa Gemma
O S. Gemma, quanto pietoso era il tuo amore per i miseri, quanto grande il tuo zelo per aiutarli! Vieni anche in mio aiuto, nei miei presenti bisogni, ed ottienimi la grazia ... se è profittevole all' anima mia. I numerosi miracoli, le meravigliose grazie attribuite alla tua intercessione infondono in me la fidu­cia che tu mi potrai aiutare. Prega Gesù, il tuo Sposo Celeste, per me: mostraGli le stimmate che il suo Amore ti ha donato, ricordaGli il sangue che da esse stillavi, gli spasimi che tu hai sopportato, le lacrime che tu hai versato per la salvezza delle anime, poni tutto questo tuo tesoro prezioso come in una coppa di amore, e Gesù ti esaudirà.
Padre, Ave, Gloria.
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Che le fiamme del Cuor di Gesù infiammino il mio' la tenerezza del Cuor di Gesù renda sensibile il mio.
Alle volte la mia indegnità mi fa tremare davanti a Gesù ma la sua confidenza I mi mette tanto coraggio.
-santa Gemma Galgani
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Preghiera di ringraziamento
Quanto sei generosa o Santa Gemma con chi fiducioso ricorre al tuo patrocinio! Il tuo nome è invocato e benedetto in tutto il mondo da coloro che hanno sperimentato i benefici della tua efficace intercessione. A questo coro di benedizioni si unisce, oggi, la nostra povera voce per dirti tutta la nostra gratitudine, perché guardando propizia alla nostra preghiera, apristi a nostro vantaggio i tesori del Cielo.
Amen
Tre Gloria al Padre